Negli utlimi anni si è avuta un evoluzione delle funzionalità video nelle reflex digitali; sono parecchi gli operatori che utilizzano al giorno d'oggi le reflex digitali come cineprese, infatti le maggiori case produttrici di steady professionali rendendosi conto delle enormi possibilità di vendita che il mercato presenta hanno cominciato a produrre attrezzature di ridotte dimensioni capaci di supportare i pesi di video reflex tipo Canon e Nikon.
Oggi mi trovo a recensire una steady economica alla portata di tutti la SturdyCam, steadycam palmare prodotta in
Italia in grado di supportare telecamere e videoreflex fino a 2.5Kg, peso in cui rientrano pienamente reflex come la Canon 5D Mark II e III, Nikon D90, D800. Di
primo acchitto si viene immediatamente colpiti dalla leggerezza
dell'attrezzo: alluminio verniciato a fuoco per un totale di poco più di
500gr /contrappesi esclusi).
Il design è il classico arco (tipo
Steadicam Junior / Merlin), particolarmente indicato per un uso palmare
poiché il centro di massa dell'intero sistema è posizionato sulla mano
dell'operatore. Dunque "doppia leggerezza" se confrontato agli sled
verticali tipo Glidecam e Flycam che sollecitano non poco polso ed
avambraccio dell'operatore essendo originariamente concepiti per un uso
combinato a braccio e imbracatura ma l'aspetto genuinamente innovativo
di questo sistema è il bilanciamento laterale e l'impugnatura. Il primo
permette di aumentare l'inerzia del sistema aggiungendo massa lontana
dal fulcro il che assicura un'eccellente stabilità laterale evidente in
caso di vento ambientale o indotto (dalla corsa dell'operatore).
L'impugnatura ha una duplice particolarità: ammortizzatori in gomma per
shock repentini ma soprattutto la regolazione della frizione sull'asse
verticale (aspetto rintracciabile solo nella steadycam Blackbird di
fattura australiana).
Perché la necessità di una frizione? L'uso di
telecamere o reflex relativamente leggere (mai sopra i 3Kg) esporrebbe
continuamente il sistema a panoramiche indesiderate se l'asse verticale
fosse completamente fluido. Di qui la necessità di "frizionare" l'asse
di panoramica per mantenere l'asse in caso di riprese in esterni
soggette ai venti.
Ma veniamo agli aspetti meno convincenti del
prodotto: la mancanza di una piastra a sgancio rapido (comunque
implementabile a parte) costringe l'operatore ad apporre un riferimento
sulla piattina per ritrovare in tempi rapidi l'equilibrio una volta
smontata e rimontata la telecamera, anche una livella a bolla aiuterebbe
ulteriormente in fase di bilanciamento; per ora non viene fornita
alcuna borsa per il trasporto. I contrappesi sono comuni rondelle
reperibili nelle ferramenta. Insomma aspetti pratici ed estetici che
richiedono migliorie, anche se tutto sommato tollerabili visto il prezzo
assolutamente "politico" dello stabilizzatore e visti anche i servizi
post-vendita offerti dai produttori (assistenza in webcam,
videotutorials ecc).
Se l'argomento vi interessa, ci sarà la possibilità di un
workshop dedicato organizzato dal FotoClub dei Laghi sull'argomento, verrà proposta la parte teorica in cui
si parlerà dell'utilizzo delle steadycam nelle riprese video con reflex digitali, il bilanciamento delle reflex digitali, il drop time, la stabilità laterale; ci sarà poi la sessione pratica in cui sarà possibile esercitarsi sul campo con ottiche supergrandangolari e normali, seguiti da operatori steady.
Per ogni info scrivete direttamente nei commenti o alla nostra email: fotoclubdeilaghi@gmail.com


Ragazzi questa e ' l'evoluzione del futuro , tutto verra fatto in piccoli filmati,noi crediamo in questo progetto e siamo pronti fateci sapere Tiziano
RispondiEliminaNel caso in cui venga fatto il workshop ci sarà la possibilità di fare prove e riprese video con la propria reflex?
RispondiEliminaCertamente ci sarà la possibilità di provare sul campo le proprie reflex su steady.
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