sabato 21 aprile 2012

Recensione della Sturdycam

Negli utlimi anni si è avuta un evoluzione delle funzionalità video nelle reflex digitali; sono parecchi gli operatori che utilizzano al giorno d'oggi le reflex digitali come cineprese,  infatti le maggiori case produttrici di steady professionali rendendosi conto delle enormi possibilità di vendita che il mercato presenta  hanno cominciato a produrre attrezzature di ridotte dimensioni capaci di supportare i pesi di video reflex tipo Canon e Nikon.
Oggi mi trovo a recensire una steady economica alla portata di tutti la SturdyCam, steadycam palmare prodotta in Italia in grado di supportare telecamere e videoreflex fino a 2.5Kg, peso in cui rientrano pienamente reflex come la Canon 5D Mark II e III, Nikon D90, D800. Di primo acchitto si viene immediatamente colpiti dalla leggerezza dell'attrezzo: alluminio verniciato a fuoco per un totale di poco più di 500gr /contrappesi esclusi).
Il design è il classico arco (tipo Steadicam Junior / Merlin), particolarmente indicato per un uso palmare poiché il centro di massa dell'intero sistema è posizionato sulla mano dell'operatore. Dunque "doppia leggerezza" se confrontato agli sled verticali tipo Glidecam e Flycam che sollecitano non poco polso ed avambraccio dell'operatore essendo originariamente concepiti per un uso combinato a braccio e imbracatura ma l'aspetto genuinamente innovativo di questo sistema è il bilanciamento laterale e l'impugnatura. Il primo permette di aumentare l'inerzia del sistema aggiungendo massa lontana dal fulcro il che assicura un'eccellente stabilità laterale evidente in caso di vento ambientale o indotto (dalla corsa dell'operatore). 

L'impugnatura ha una duplice particolarità: ammortizzatori in gomma per shock repentini ma soprattutto la regolazione della frizione sull'asse verticale (aspetto rintracciabile solo nella steadycam Blackbird di fattura australiana). 
Perché la necessità di una frizione? L'uso di telecamere o reflex relativamente leggere (mai sopra i 3Kg) esporrebbe continuamente il sistema a panoramiche indesiderate se l'asse verticale fosse completamente fluido. Di qui la necessità di "frizionare" l'asse di panoramica per mantenere l'asse in caso di riprese in esterni soggette ai venti.

Ma veniamo agli aspetti meno convincenti del prodotto: la mancanza di una piastra a sgancio rapido (comunque implementabile a parte) costringe l'operatore ad apporre un riferimento sulla piattina per ritrovare in tempi rapidi l'equilibrio una volta smontata e rimontata la telecamera, anche una livella a bolla aiuterebbe ulteriormente in fase di bilanciamento; per ora non viene fornita alcuna borsa per il trasporto. I contrappesi sono comuni rondelle reperibili nelle ferramenta. Insomma aspetti pratici ed estetici che richiedono migliorie, anche se tutto sommato tollerabili visto il prezzo assolutamente "politico" dello stabilizzatore e visti anche i servizi post-vendita offerti dai produttori (assistenza in webcam, videotutorials ecc). 
Se l'argomento vi interessa, ci sarà la possibilità di un workshop dedicato organizzato dal FotoClub dei Laghi sull'argomento, verrà proposta la parte teorica in cui si parlerà dell'utilizzo delle steadycam nelle riprese video con reflex digitali, il bilanciamento delle reflex digitali, il drop time, la stabilità laterale; ci sarà poi la sessione pratica in cui sarà possibile  esercitarsi sul campo con ottiche supergrandangolari e normali, seguiti da operatori steady. 
Per ogni info scrivete direttamente nei commenti o alla nostra email: fotoclubdeilaghi@gmail.com

3 commenti:

  1. Ragazzi questa e ' l'evoluzione del futuro , tutto verra fatto in piccoli filmati,noi crediamo in questo progetto e siamo pronti fateci sapere Tiziano

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  2. Nel caso in cui venga fatto il workshop ci sarà la possibilità di fare prove e riprese video con la propria reflex?

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  3. Certamente ci sarà la possibilità di provare sul campo le proprie reflex su steady.

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